Il piccolo borgo di Farinate è probabilmente di origine longobarda (VI-VII secolo). Tale teoria è supportata dal toponimo “Farinate” che deriva dal longobardo “fara” = nucleo legato da vincoli di parentela (Nell’immagine: il percorso di migrazione dei longobardi). I Longobardi erano infatti organizzati in fare, ovvero “associazioni in marcia”. A volte tale gruppo di persone si insediava in terre nuove, come probabilmente avvenuto a Farinate e a Fara Gera d’Adda. Sul finire dell’VIII secolo i Longobardi vengono conquistati dai Franchi di Carlo Magno.
Solo nel 919 si ha il primo documento scritto che attesta l’esistenza di Farinate.
Nel 1114 una bolla pontificia attesta l’esistenza di un “castellum” definito “vetus”, ovvero antico. Non esistono descrizioni del castello, ma in uno scritto viene affermato che nel 1866 esisteva ancora parte della fossa che circondava tale castello, ma che venne otturata l’anno successivo. Si presume che il castello fosse sito lungo la strada da Farinate alla cascina Remuscita, a fianco o di fronte ad essa. Più che un castello vero e proprio doveva trattarsi di un villaggio fortificato ove risiedeva il signore.
Dalla seconda metà del X secolo fino al 1192 i farinatesi rimangono legati alle vicende politiche di Bergamo. L’inizio di questa connessione è data dal dono di Farinate da parte dell’imperatore ai conti Gisalbertini di Bergamo, mentre la fine dell’appartenenza bergamasca è dovuta a Enrico IV che donò Crema e le sue pertinenze (tra cui Farinate e Capralba) ai Cremonesi.
Nel 1114 secolo i Gisalbertini fondano a Farinate il monastero benedettino femminile di San Fabiano che verrà sottomesso nel 1169 a quello di Dovera. Il monastero di San Fabiano ottiene dal papa l’esonero dal pagamento delle decime, il che suggerisce un lavoro di bonifica delle terre circostanti da parte del monastero (che siano stati loro a introdurre a Farinate la tecnica delle marcite?).
Dal momento in cui i Gisalbertini si estinguono come famiglia, la protezione del monastero è garantita da una delle famiglie che erano vassalle (o un ramo stesso) dei conti Gisalbertini: i Farinate. Una bolla papale di Papa Callisto II del 1120 indirizzata direttamente al monastero di San Fabiano nomina altre due chiese esistenti a Farinate, dedicate a San Nicolò e San Martino. Il monastero venne mantenuto fino al 1493. La chiesa di San Fabiano (ove vi era un monastero femminile) sorge dove attualmente vi è il cascinale San Fabiano.
Nel 1509 vi è la battaglia di Agnadello (nell’immagine sopra: un dipinto di Pierre-Jules Jollivet, 1837) che ha visto contrapporsi l’esercito della Lega di Cambrai (formata dal re di Francia Luigi XII, da Papa Giulio II, dall’imperatore Massimiliano e da Ferdinando d’Aragona) da una parte, e l’esercito della repubblica di Venezia dall’altra. Furono coinvolti 30mila uomini per parte, quindi la battaglia toccò anche i comuni vicini ad Agnadello, per cui anche Farinate. Tale battaglia vide vittorioso l’esercito anti-veneziano, segnando l’inizio di un breve dominazione francese sul nostro territorio (1509-1512) prima del ritorno di quella veneziana.
Nel 1810 a Capralba vennero aggregati il comune di Campagnola e di Farinate, tornati però comuni singoli nel 1816 sotto la dominazione austriaca. Pochi anni dopo l’Unità d’Italia (1861) il comune di Farinate verrà aggregato definitivamente al comune di Capralba nel 1868 contro il volere dei farinatesi, che cercarono di ostacolare tale fusione di comuni attraverso petizioni, ostruzionismo e deliberazioni comunali.
Nel giugno del 1893 si trovano già i cascinali Volpino, Famosa, Colombara e Carnita, con una popolazione di 460 abitanti. Sempre in quell’anno viene eretta la scuola elementare di Farinate, diventata oggigiorno centro culturale (visibile in foto sulla sinistra così come si presenta oggi).
Nota: Qui sono riportati solo gli avvenimenti principali riguardanti Farinate. La storia riguardante il territorio di Capralba (compreso delle frazioni di Farinate e Capralba) è trattata nella pagina dedicata alla storia di Capralba.