Non si conosce il periodo esatto in cui i primi abitanti si sono insediati a Capralba e non si conosce neppure la loro origine. È provato da reperti scoperti nei paesi limitrofi che nel nostro territorio siano per lo meno transitati gli etruschi, i celti e i romani.
Nella foto di copertina vi è una moneta longobarda, popolo che ha dominato sulle nostre terre per secoli.
Tuttavia, chi sia stato a costruire la prima abitazione a Capralba rimane un mistero. Forse sono stati gli stessi longobardi che hanno fondato Farinate? Probabilmente no. Per provare a scoprirlo dobbiamo analizzare il toponimo del paese: una possibile origine deriva da “Ca in pra” = territorio, “alba” = alveo, oppure anche Capo d’alveo. Nel cremasco la desinenza “alba” non ricorre se non in Capralba. Mentre essa risulta più frequente nel Bergamasco: Cornalba, Albino, Albano, ecc…. Da questo si può supporre che il nostro villaggio abbia preso nome ed origine da qualche ceppo di popolazione bergamasca, ma la certezza non esiste.

Siamo invece sicuri dell’esistenza di Capralba nel XII secolo poiché nel 1151 viene menzionata per la prima volta in un documento. Probabilmente in tale secolo si sono stabiliti i primi conti di Capralba, ramo dei conti di Farinate, anche se può darsi che siano stati gli stessi conti di Farinate a trasferirsi a Capralba. I conti di Farinate altri non erano che un ramo dei conti di Bergamo, la famiglia Gisalbertini.
Capralba, Farinate e Campisico (in precedenza Campisego) sono nominati nel diploma di Enrico VI, imperatore del Sacro Romano Impero Enrico, del 7 marzo 1192 in cui il borgo fortificato di Crema e le sue pertinenze vengono concessi ai Cremonesi, infatti prima di tale data l’Alto Cremasco era assegnato al ducato di Bergamo.
A partire dall’XI secolo la nostra area subisce un processo di bonifica ad opera dei monaci benedettini, questo conferma che l’area era ancora in gran parte paludosa e coperta di boscaglia. Tuttavia, le zone incolte e selvagge non spariscono in questo periodo, una prova né il fatto che all’inizio del XIX secolo esisteva ancora il bosco Canito. Anche il fenomeno delle risorgive aiutò nella bonifica del territorio e nella formazione delle marcite.
Dal XIV secolo l’attività agricola si incrementa rispetto ai secoli precedenti, anche grazie alla realizzazione di canali irrigui tutt’oggi ancora presenti, come le rogge Comuna, Acquarossa e Alchina. Tale secolo è famoso anche per la violentissima pandemia di peste bubbonica che travolse l’intera Europa. Nei territori cremaschi l’epidemia arriva nel 1361, ma si ripresenta anche nei secoli successivi (1405, 1512, 1630), fortunatamente non accompagnata dalla moria del 1361.
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